Una delle caratteristiche del patchwork è, da sempre, passare del tempo insieme ad altre quilters, per cucire mentre si parla della propria vita o solo chiacchierando divertendosi, per imparare qualcosa di nuovo, un’occasione di incontro per passare dei bei momenti. 

Queste erano le nostre abitudini fino a qualche mese fa, abitudini che sono state spazzate via in pochi giorni. Le sopraggiunte emergenze sanitarie internazionali fanno sì che non si possa viaggiare e rivedere fisicamente le persone conosciute! Molte cose sono cambiate all’improvviso: non poter viaggiare anche volendo farlo; eventi patchwork sia nazionali che internazionali cancellati uno dopo l’altro fino all’anno prossimo.  Dopo un primo istante dove tutto è sembrato fermarsi, qualcosa ha iniziato a muoversi. Dopo alcuni momenti di smarrimento qualcuno ha iniziato a fare l’unica cosa possibile: cercare di reagire. 

Da alcuni decenni la tecnologia gioca un ruolo essenziale nelle nostre vite, facilita la diffusione del modern patchwork, ci aiuta a restare in contatto con i vecchi amici e ci dà la possibilità di conoscere persone dell’altra parte del mondo.

Ed ecco che da un paio di mesi la comunità patchwork internazionale (Stati Uniti e Inghilterra in primis) ha avviato quello che sarà probabilmente il nuovo futuro, una nuova piccola rivoluzione: incontrarsi on line su piattaforme digitali interattive, dare la possibilità a molte più persone rispetto a prima di poter accedere a contenuti precedentemente riservati a piccoli gruppi locali, aprendosi anche a distanze intercontinentali.

Ora Internet è un susseguirsi di annunci di workshop, mostre e fiere tutte on-line. Molti artisti danno la possibilità di seguire i loro corsi, guarderemo gallerie fotografiche di festival, di concorsi, parteciperemo a letture e a cerimonie inaugurali direttamente da casa. Una reazione rapida ed estesa globalmente. 

Cosa succederà una volta che questa emergenza sarà finalmente finita? Credo che sia decisamente meglio poter viaggiare, poter vedere e incontrare gente, ma credo che qualcosa di questo cambiamento resterà e che si potrà continuare con entrambe le cose. Una vita reale da una parte, ma con la possibilità di poter accedere ad eventi organizzati da ogni parte del mondo. L’idea mi piace!  Essendo un’insegnante credo che ogni possibiltà data per imparare sia da perseguire.

Ci siamo accorte presto che certi corsi on line si esauriscono in pochi giorni. Per questo abbiamo cominciato a seguire numerose fonti per scoprire le iniziative in tempo, ad esempio i siti degli autori o le loro newsletter; i calendari delle gilde (alcune gilde americane hanno trasformato eventi che si dovevano svolgere fisicamente presso le loro sedi, in corsi on-line accessibili anche da partecipanti esteri); anche le foto condivise sui social, che mostrano i lavori sviluppati durante la partecipazione ad alcuni corsi, sono state spunto per chiedere di essere inserite nella lista d’attesa della edizione successiva; le piattaforme di e-learning si arricchiscono di nuove offerte, i negozi di patchwork lanciano dirette streaming, e ovviamente gli eventi internazionali si sono trasferiti on line con i loro workshop e concorsi.

Nel caso non li aveste visti e foste interessate a partecipare, vi indico una serie di eventi e workshop on line dedicati all’improv, ai quali Carla, Paola ed io ci siamo personalmente iscritte. La cosa più difficile ora è... decidere! 

https://www.quiltcon.com/ (alcuni corsi sono già esauriti)

https://www.thefestivalofquilts.co.uk/ (concorso e corsi on-line)

https://sherrilynnwood.com/livestream-quilting

http://www.joecunninghamquilts.com/online-classes

https://www.cindygrisdela.com/page1-2/

https://carolelylesshaw.com/

https://www.ireneroderick.com/workshops

http://suebleiweiss.com/globalquiltconnection.html

p.s: volendo potete anche partecipare al nostro gioco su Instagram

https://quiltimprov.art/orange-summer-challenge/

Immagine gentilmente concessa da @anniehudnut, tutti i diritti riservati

 

Lasciarsi trasportare dalla composizione di tipo improv, a volte porta verso mete inaspettate. Questa è la storia di un cambio di destinazione.

Alcuni mesi fa, Giovanna ed io stavamo facendo quelle che, alla luce dei fatti di oggi, si potrebbero definire le prove generali dei giochi improv patchwork con colori condivisi tra più persone. Avevamo deciso di cucire entrambe un quilt che utilizzasse tredici colori (li avevamo scelti assieme), con l’intenzione di concentrarci in particolare sull’uso del verde.

Per controllare se i colori che avevamo fissato si abbinavano bene, Giovanna li aveva provati con un software che creava immagini di quadrati concentrici. Forse le immagini che mi aveva mandato mi erano rimaste in mente: fatto sta che il mio quilt è iniziato con una composizione a quadrati.

Le pezze si accumulavano sulla parete fino a raggiungere la misura decisa (un metro di altezza): ne avevo preparate a sufficienza per finire il lavoro, che si sviluppava da un angolo affollato di sinistra verso uno spazio più leggero sulla destra, come se il vento soffiasse via i blocchi di troppo. Praticamente, potevo dire di aver finito. Eppure, quando ero sul punto di unire le pezze, mi sembrava che i conti non quadrassero...

All’improvviso, la massa di pezze (che a quello stadio forse era ancora un po’ troppo indistinta) si suddivise in due gruppi meglio visibili e nettamente separati.
Era come se una cellula madre si fosse riprodotta in due cellule figlie, nel processo che in biologia viene chiamato “mitosi”...

E così, la strada dell’improvvisazione portò alla formazione di non uno, bensì due quilt. Che mi fecero un altro scherzo: non erano per niente focalizzati sul verde, anzi si erano ben vestiti di arancione (ma guarda un po’, l’arancione ci mette poco a diventar dominante, non per niente è finito nel nostro primo gioco condiviso pubblicamente...).

Quindi, per tornare alla sfida pianificata inter nos tra me e Giovanna, iniziai un terzo quilt. E stavolta lo feci davvero in verde come avevamo concordato. Ma questa, è un’altra storia...

 

Credo che la scelta delle stoffe con cui iniziare un nuovo lavoro sia importante per ogni quilter, perché influenzerà l’evolversi del progetto in atto, ancor di più quando ci si accinge a fare un improv.

Per me, è una ricerca lunga: rovisto tra tutte le stoffe che ho, accosto e scelgo o scarto… raduno tutto quel che può andare bene, per analogia o per contrasto con il primo tessuto scelto.
Solo quando l’insieme di tessuti comincia a suggerirmi un inizio, mi fermo.
Mi fermo in senso letterale: non inizio subito, li metto in pila e li lascio decantare, come un buon vino. Me li guardo con la coda dell’occhio ogni volta che sono vicina a dove li ho posati… aspetto un po’ di giorni… e quando mi rendo conto che ho fatta mia quella scelta… solo allora comincio a tagliare.

Quilter da 25 anni, ho raccolto tessuti ovunque, persino in Nuova Zelanda!
Mi è sempre piaciuto visitare negozi e siti di tessuti… e ogni volta che ho viaggiato, nella mia valigia al ritorno c’era almeno un pezzetto di stoffa da aggiungere alla mia collezione… sempre con l’idea che prima o poi mi sarebbe stata utile.

L’arancione è il colore del mio cuore: è stata una festa cercarne tutte le tonalità accumulate negli anni, in occasione della Orange Summer Challenge! Non è stato facile trovarli tutti, ma alla fine avevo davanti una quantità notevole di stoffe: una gioia per gli occhi e un tuffo nei ricordi: "E questa?"
E ti viene in mente quando 20 anni fa l’avevi vista, presa e messa da parte perché troppo preziosa per tagliarla subito… dove, con chi, perché… e accarezzando la stoffa rivedi le persone e rivivi momenti belli. 

Per identificare i colori solidi uno per uno, mi sono messa a studiare: proprio studiare... con cartelle colori alla mano oppure online. Mi sono resa conto che i miei solidi sostanzialmente sono di due produttori; a volte è stato difficile distinguerli e mi ha stupito vedere come stoffe diverse (almeno a occhi attenti alle sfumature) vengono chiamate con lo stesso nome! Per questo nella mia palette ci sono due nectarine, due mango, due clementine… nomi che ricordano frutti golosi, colori solari… ma è giusto così, stiamo parlando di ARANCIONI!


Adesso sono pronta… la palette è formata: 16 solidi, tre grunge e qualche stampato: troppi? probabilmente sì! non so se li userò tutti, vedremo in corso d’opera. Si può iniziare con calma… serve il momento giusto perché l’idea prenda forma… in fondo parliamo di improv no?

 

 

 

 

Mi presento: il mio nome è Carla Maria Beretta, sono un’insegnante di Matematica, ho sempre lavorato nei Licei (quindi con ragazzi dai 14 ai 19 anni spesso complessi da gestire), attualmente in pensione dopo 41 anni di servizio… La mia condizione lavorativa, che amavo molto, mi creava anche una buona dose di stress… per questo ho sempre coltivato passioni parallele, che mi permettessero momenti di pausa ed evasione mentale: i libri, che amo fin da piccola, e, a partire dalla seconda parte degli anni novanta (eh si...sono antica!), il Patchwork.

Il mio percorso è stato per anni orientato verso il patchwork tradizionale, del quale ho imparato svariate tecniche, con preferenze decise per le stoffe dai colori caldi ed intensi. Amo giocare con i colori… La possibilità di scegliere e mescolare stoffe di tinte e fantasie diverse per trasformarle in qualcosa di unico ed irripetibile… è un’emozione che provo anche oggi ogni volta che affronto un nuovo progetto! In una vita frenetica il patchwork ha rappresentato la mia oasi di pace.

Dopo anni di patchwork tradizionale mi sono avvicinata al Modern grazie al gioco We Love Tula Pink lanciato su Facebook nel gennaio 2014… da quel momento ho iniziato ad interessarmi ad esso ed a tutto ciò che lo riguarda. Nel corso degli anni ho letto, provato, cucito, fino ad approfondire il settore del Modern che riguarda l’improv... e lì ho scoperto una passione!

Amo esplorare quel che si può fare partendo da un'idea appena delineata e tradurla man mano in un manufatto che non segue nessuna regola se non quella di essere ai nostri occhi armonico, significante e soprattutto unico e non ripetibile in modo identico neppure da chi lo ha creato! Ogni pezzo improv è la definizione di un momento della nostra vita, dei sentimenti che proviamo in quel particolare periodo, di ciò che sentiamo nel profondo e vogliamo raccontare al mondo… Un improv è un’avventura alla ricerca di noi... regala una carica che a mio avviso nessun altro tipo di tecnica può eguagliare.

Oggi alterno lavori improv con altri richiesti dalla mia famiglia; ho quattro nipoti ed ormai sono veterana di copertine, libri di stoffa e quilts per figli e nipoti... ma, tra un impegno e l’altro, quando posso gioco con le mie stoffe e cucio, taglio, provo, riprovo, sogno e così via finché mi dico: “ecco questo è giusto così!”

Mi diverte sperimentare l’uso delle forme e dei colori solidi. Come nell’ultimo lavoro che ho appena completato:

 

E nel quilt che è stato in mostra a Rossano Calabro e Bomarzo:

Negli ultimi mesi ho approfondito l'amicizia con Giovanna e Paola, con le quali condivido l’amore per l’improv. Tra un confronto e l’altro è nata l’idea della Orange Summer Challenge e, come ogni improv che si rispetti, il punto di partenza è ben fissato.

Dove arriveremo? Non lo so... noi cominciamo e per strada si definirà il punto di arrivo!

Nel primo incontro a Trieste abbiamo scoperto che entrambe avevamo iscritto un nostro quilt al Prague Patchwork Meeting e stavamo aspettando notizie in merito… dopo qualche giorno i nostri nomi apparivano sulla lista degli exhibitors! Un nostro quilt in esposizione, una bella città da visitare, perchè non organizzare un bel week-end a Praga? Mentre iniziavamo a pianificare e organizzare il viaggio, Paola ha spedito il suo quilt, io invece ho aspettato.

Tempo qualche settimana e tutto è cambiato. Abbiamo ricevuto una mail che diceva che l’esposizione era stata annullata per proteggere la salute di tutti i partecipanti della fiera. I quilt sarebbero stati spediti indietro e avvisavano chi non lo avesse ancora fatto di non spedirli.

Così, alla fine, le nostre valigie non sono state neanche preparate e l’unico ad essere andato a Praga è stato… il quilt di Paola!

Se è il momento di lasciare da parte le valigie, non significa che restiamo ferme. La tecnologia ci è d’aiuto e le crisi possono portare novità e cambiamenti. Così in aprile Paola ed io ci siamo incontrate di nuovo, questa volta ognuna da casa propria. Abbiamo partecipato ad un workshop on-line tenuto da Sherri Lynn Wood. Stesso workshop 2 lavori completamente diversi. Una delle cose che ci piacciono dell'improv !

Fra incontri su zoom e telefonate varie, le nostre idee hanno iniziato a prendere forma con obiettivi ben definiti ma, oserei dire, in modo molto improv: con molti cambiamenti in corso d’opera! Si è quindi dato il via, quasi contemporaneamente, non solo alla realizzazione di questo sito, ma anche all’approfondimento della conoscenza con un’altra improv quilter italiana.

Continuate a seguirci e farete la sua conoscenza!