Siamo giunti alla fase finale del nostro gioco improv, basato sull’uso di bianco e nero, e abbiamo chiesto ai partecipanti che hanno pubblicato il loro lavoro finito nell’ultima fase di gara, se lavorare in bianco e nero è sembrato loro diverso rispetto a cucire con altri colori, e perchè.

La prima risposta che abbiamo ricevuto è stata quella di @emmafassio, che ha affermato: “Penso che comporre con bianco e nero sia diverso rispetto ad altri colori, perché il loro contrasto è netto e spesso li percepiamo come opposti anche a livello di emozioni e sensazioni. Indossare un abito bianco ha un significato, indossare un abito nero ne ha un altro. I colori sono percepiti diversamente nelle varie culture, ed è un tema affascinante da esplorare. I forti contrasti possono spaventare, creare quasi timore. E lavorare a questo progetto è stato uno stimolo per affrontare anche le idee e preconcetti che potrei avere sul significato dei colori e la loro interpretazione emozionale''. 

@vazquezurbez ci ha scritto in maniera concorde: “Lavorare in bianco e nero è completamente diverso dal cucire con altri colori. Ombre o livelli di grigio non sono disponibili, hai solo i colori estremi puri. Come unica fonte di variazione ho introdotto le stampe, cosa che non faccio di solito e che mi ha permesso di sperimentare al di fuori della mia zona di sicurezza. Beh, le sfide servono anche a questo, vero?”

Subito dopo, ci è arrivato un parere opposto da @mari.quilt : “Lavorare il mio pannello bianco e nero con un tocco di rosso non mi è sembrato diverso che farlo con altri colori; ho scelto i tessuti e sono partita con l'idea di fare un pannello che esprimesse circolarità. Ho iniziato con dei quadrati che hanno cambiato forma un po' alla volta. Il mio stato d'animo quando lavoravo decideva se più bianco o più nero. Trovo che questi colori esprimano potenza: evidenziano le linee, sono due colori pieni di forza.”

@maria_dlugosch ha mandato un messaggio simile: “Non vedo alcuna differenza tra il bianco e nero e gli altri colori, per quanto riguarda l’impatto sul modo in cui cucio.”

@annscott8888_fiber_arts ci ha spiegato: “Mi sono divertita molto a comporre il mio lavoro sulle luci notturne per il gioco in bianco e nero. Di solito uso molti colori, quindi, limitare la mia palette al bianco e nero mi ha costretta a concentrarmi unicamente sugli aspetti del design, come le forme, le sovrapposizioni, i contrasti, senza che ci fossero colori a portare distrazioni. Ho cominciato a cucire durante questa pandemia, quindi ho ancora molto da imparare, e questo gioco mi ha dato l’occasione di provare qualcosa di nuovo.”

@sakura.quilting ha riflettuto sul ruolo di ogni elemento compositivo: “Improvvisare con bianco e nero porterà sempre ad un risultato molto grafico e di impatto grazie al forte contrasto. Se si aggiungono stoffe stampate in bianco e nero, o altri colori, questo effetto si smorza. Per questo, nel momento in cui c’è stato il questionario su come organzizare il gioco, ho espresso la mia preferenza per l’aggiunta di stampe. Con questi materiali, alla fine, nel cucire in bianco e nero, l’elemento che avrà il maggior peso saranno le forme scelte.”

@alsterdeeluxe si è spinta all’essenziale: “Mi sono davvero divertita a fare improv in bianco e nero, perchè ho potuto dare peso alla composizione e al contrasto proprio come piace a me. Ho fatto le prove fissando le pezze nere da includere nel disegno, su una parete che fungeva da sfondo bianco: in questo modo la composizione è emersa molto rapidamente.”

@densyendehimmel ci ha fatto notare le conseguenze che il bianco e nero hanno sul resto del lavoro: “Il bianco e il nero sono diversi perchè fanno risaltare meglio gli altri colori che verrano aggiunti.”

Maria Luisa Rosatti ha cucito la composizione che successivamente è stata quiltata da @thecultofquilt: in questo modo ha partecipato al nostro gioco con un quilt a quattro mani. La sua esperienza è stata questa: “Lavorare in bianco e nero mi ha dato la sensazione di un lavoro che va in profondità, specialmente con il colore tutto nero, per poi avere un bianco che risalta”.   

@zehralina_quilts ci ha fornito un bel riepilogo: "Lavorare in bianco e nero è liberatorio per l’azione creativa. Non ci sono energie spese nel pensare quale colore si abbini meglio al resto.
Ho sperimentato una libertà totale nel focalizzarmi su forme, angoli e connessioni. Mi sono completamente immersa nell’essenza della superficie da lavorare. Per quanto fare patchwork in modo improv mi offra sempre delle sorprese, cucire in bianco e nero aumenta questo effetto in modo esponenziale. Ridurre i colori nella palette aumenta le possibilità di dar struttura.”

Abbiamo posto anche un’altra domanda a chi ha partecipato: Quando finisci un lavoro improv, cosa ti fermi a guardare, per riflettere sul tuo lavoro? 

@emmafassio ha risposto così: “Quando finisco un lavoro improv mi fermo ad ascoltare e percepire le emozioni che mi trasmettono, se sono sulla stessa linea d'onda del messaggio o interpretazione che volevo dare all'idea.”

@mari.quilt, stavolta concorda: “Quando termino un lavoro guardo l'insieme, se è ben eseguito, se esprime quello che volevo fare, ma soprattutto che sensazioni mi da mentre lo guardo.”

Il parere differente invece è arrivato da @maria_dlugosch: “Non mi soffermo ad analizzare i miei lavori: o mi piacciono, oppure no. Non ci sono storie complesse dietro i miei lavori: cucio in modo intuitivo, non mi chiedo perchè lo faccio. Mi gusto il piacere di fare patchwork.” 

@sakura.quilting invece ha una lista completa di domande da farsi. “Quando completo un quilt di tipo improv, controllo i seguenti aspetti: per primo, vedo se mi piace l’insieme e il suo impatto visivo; poi mi chiedo se ho imparato qualcosa mentre lo facevo; terzo, cerco spunti o memorie suggerite dall’immagine ottenuta, per vedere se riesce a trasmettermi qualcosa; infine, ripercorro le regole adottate per controllare se le ho rispettate fino alla fine.
E c’è un’altra cosa che secondo me è interessante quando si analizza un quilt di tipo improv: credo che il valore del lavoro svolto aumenti, in caso di errori fatti lungo il tragitto. Dato che gli errori permettono di imparare, posso scegliere di correggerli prima di completare il quilt, o accettare di conservarli all’interno del risultato finale.”

Anche @alsterdeeluxe si pone delle domande sulle regole usate: “Valuto quanto il pezzo si avvicina alla visione che avevo avuto all’inizio (cosa che probabilmente non corrisponde ai principi dell’improv...); credo che in questa occasione ho rispettato perlomeno le intenzioni che avevo alla partenza: creare una composizione dalla geometria pulita.” 

@vazquezurbez controlla se è soddisfatta, già prima di aver finito: “Quando ho completato la composizione di un top, controllo che siano bilanciati i colori, le forme, l’insieme. Naturalmente devo essere convinta del risultato prima di passare alla quiltatura, altrimenti riprendo il lavoro e lo modifico finchè il bilanciamento non è ottenuto.”

Se ancora non vi siete fatti un’idea di cosa osservare a fine lavoro, una lista completa ve la suggerisce @annscott8888_fiber_arts : “Adoro il fatto che il patchwork ci sottopone dei problemi da risolvere. Spendo molto tempo a controllare la costruzione del mio quilt mentre si sviluppa sul design wall. Le domande che mi pongo, sia in corso d’opera che al termine, sono queste. Il design è bilanciato? Ci sono dei motivi che si ripetono e si collegano tra loro? la composizione ha una sua logica interna? C’è coesione? La misura dei moduli funziona? In che punto viene attirato lo sguardo? Il mio stile improv è aggraziato o suona storto come un principiante? Ci sono degli elementi del disegno che sorprendono? Ho lasciato abbastanza spazio nello sfondo e nello spazio negativo, per far respirare il lavoro? (Eh, questa è una delle più difficili per me!) E la quiltatura che ruolo ha avuto: si abbina alle forme sottostanti, o le trasforma?”

Per @densyendehimmelsu questo tema, sono orientate al futuro: “Guardo sempre un mio quilt completato, per trovare quello che vorrò far meglio nel mio prossimo lavoro.”

@zehralina_quilts è d'accordo: “Mi soffermo per un po’ sul mio lavoro finito, per scoprire forme emerse a sorpresa, da riutilizzare nel mio quilt successivo.”

Il gioco è ora giunto al termine. @alsterdeeluxe ha ammesso: “Avere la pressione di una scadenza mi ha fatto fare lo sprint finale: ho completato il quilt alle 23.00 dell’ultimo giorno di gara!!”
Con l’occasione di questo gioco, alcuni partecipanti hanno costruito quilt di grandi dimensioni. Siamo onorate di sapere che gli elementi che proponiamo per la composizione, entrano a far parte di progetti di più ampio respiro! Alcuni di questi sono giunti a buon punto poco dopo la scadenza, merita andare a vederli per cui ve ne segnaliamo i link: @therollingcat ha cucito un quilt da 150 cm, e @susanjgrant ha continuato ad accrescere il lavoro più di quanto pensato inizialmente. Potete ripercorrere il lavori dei partecipanti sulla pagina Instagram dei lavori in corso con l'hashtag dedicata: #improvblackandwhite, e ritrovare la galleria dei quilt completati sul profilo di @quiltimprovstudio

Grazie a tutti, è stata una splendida occasione per riflettere ed imparare dai vostri esempi improv. Ora stiamo già pensando al prossimo gioco: seguiteci e ne vedrete delle belle!

 

Chi lo avrebbe detto che, nel corso del nostro gioco improv, dedicato all'uso del bianco e nero, ci sarebbe stata l’occasione per soffermarsi proprio sul tema del colore?

Abbiamo chiesto alle persone che hanno partecipato al nostro gioco, e che hanno pubblicato il loro quilt nelle scorse settimane, con quale criterio hanno scelto il colore che abbia la funzione di accento da affiancare alle stoffe bianche e nere. Sono emersi dei retroscena interessanti: basta un pizzico di colore e le esperienze possono variare già molto! Leggete di seguito, e scoprirete perchè.

 @hollygrovethreads ci ha rivelato il motivo del titolo del suo quilt, “il verde di Stella”.
“Stella era il nome di mia nonna, e il tipo di verde che ho utilizzato nel mio quilt riporta alla mia memoria il colore della cucina di mia nonna. Ho passato molto tempo con lei da bambina, e mia nonna è stata una delle persone della mia famiglia che hanno stimolato in me l’interesse per il cucito e il patchwork.”

@blabshandgemacht, ha scelto il colore da usare in condizioni vincolate: “All’inizio mi ero fatta l’idea di usare un arancione chiaro come colore di accento; ma a causa del lockdown, ho dovuto scegliere una tinta tra quelle che avevo già a casa. Ora sono molto contenta del verde chiaro che ho utilizzato! Sembra molto meno aggressivo, eppure è abbastanza vivo da bilanciarsi bene con il bianco e il nero.”

Quando il colore che dobbiamo scegliere è uno solo, si finisce per dedicare più attenzione a questa decisione. @piecefulwendy si è organizzata così: “Per prima cosa ho testato più colori affiancati al bianco e il nero, per rendermi conto di cosa mi attirava di più. Volevo provare qualcosa di diverso dal solito, e il verde lime ha cominciato a farsi notare in un modo che non riuscivo più ad ignorare. Nei miei piani il colore di accento avrebbe dovuto essere presente solo in tracce, ma più cucivo componendo i pezzi curvi, più il lime si è guadagnato un posto visibile all’interno del quilt.” 

 @kathycookquilts ha fatto un ragionamento di insieme: “Ho cominciato provando molti colori diversi accanto al bianco e nero, per questo gioco. Adoro i blu, per cui mi sono concentrata su vari blu che avevo. Ho scelto un tipo di blu dal tono intermedio, in modo che occupasse uno spazio bilanciato tra i due estremi del bianco e del nero.”

@mariurbezg ha lasciato entrare nel suo lavoro giusto quel minimo di colore che ci voleva: “Introdurre un po’ di colore come accento, con il bianco e nero, mi è parsa una buona idea. Nel mio lavoro, il colore è appena presente, all'interno di un paio di stampe bianche e nere che hanno del colore al loro interno. Ho notato che era giusto quello che ci voleva per dare più vita e luce al mio quilt.”

Per @margaret_stamford la scelta del colore da usare è stata una occasione per fare degli esperimenti: “Se non mi fossi soffermata a riflettere sul colore da introdurre nel quilt, sarei caduta su una tinta satura e luminosa. E invece ho deciso di avventurarmi in una nuova zona, scegliendo una tinta delicata che di primo acchito non si sarebbe detto che fosse adatta per stare con il bianco e il nero. Quindi ho usato un colore pastello, il Kona Sea Glass, che alla fine mi sembra abbia funzionato proprio perchè contribuisce a dare un buon contrasto. Sono contenta di essermi presa dei rischi!”


Dato che le forme bianche e nere spiccano subito, la fase della quiltatura può aver bisogno di essere adattata alla situazione. @margaret_stamford ha scelto di farla così: “La quiltatura su questo pezzo è stata realizzata in modo del tutto improv, con l’intento di dare enfasi al disegno. Per evitare che delle linee dritte rendano statico il lavoro, ho scelto di cucire un arco curvo che dal centro corra fuori verso i bordi per dare movimento. Ho lasciato alcune linee dritte ai margini, con una funzione complementare.”

Alle persone che hanno partecipato abbiamo chiesto anche di raccontarci quali sono le loro fonti di ispirazione quando cuciono patchwork di tipo improv.

@kathycookquilts ci ha risposto: "Per me, l'ispirazione di solito emerge durante le fasi di gioco. Avendo sperimentato in precedenza la creazione di forme curve inserite in uno spazio negativo, in questa occasione ho recuperato i ritagli rimasti da quel lavoro. E così lo spunto per iniziare questo gioco in bianco e nero è nato dal riutilizzo di forme frammentarie! Molti dei miei esperimenti non diventano un lavoro finito, ma mi diverto comunque un sacco nel passaggio da una prova all’altra!”

L’origine delle forme utilizzate da @blabshandgemacht, nasce invece dal suo ambiente circostante. “L’ispirazione per il mio lavoro bianco e nero con un colore è emersa dalle sagome del vecchio pavimento in legno che stava nell’appartamento in cui avevo vissuto da piccola.”

 @hollygrovethreads si è concentrata sulle forme in base anche alle sue abilità sartoriali: “Mi piace cimentarmi con le curve cucite in modo improv e sceglierle per realizzare quilt che diventino pannelli murali. Per me cucire curve è facile. Credo che questo derivi dalla mia esperienza nel cucire vestiti, dato che la cucitura curva mi ricorda il lavoro per cucire le maniche all’interno di un abito.

Anche se lavoro in modo improv, amo introdurre strutture e motivi ripetuti nella composizione. Per il quilt che ho realizzato nel corso del gioco, anche se le curve sono tagliate in modo spontaneo, ho mantenuto una struttura sottostante che tenga connessi tutti i blocchi tra loro.”

@mariurbezg cerca ispirazione così: “E’ sempre piacevole soffermarsi a guardare il lavoro di altre persone per trovare nuovi spunti. In questo periodo sto provando ad utilizzare la quiltatura free motion, che secondo me è una soluzione che si accompagna bene al patchwork cucito in modo improv.” 

Per @piecefulwendy , è stato l’influsso di diversi artisti a portarla sempre di più verso l’improv: “Debbie Jeske (@aquilterstable) mi ha ispirata con il suo flusso creativo, e vorrei anche menzionare il modo gentile con cui mi ha incoraggiata a provare l’improv sempre di più. Il libro di Nicholas Ball, intitolato Inspiring Improv , è stato molto utile, e mi ha permesso di imparare alcune tecniche nuove. Nel prossimo mese frequenterò delle lezioni di Carole Lyles Shaw , e sono proprio curiosa di vedere come andrà.” 

Siamo felici che i nostri giochi siano una occasione per chi vuole tentare di avvicinarsi all’improv: questa volta, è stata l’occasione giusta per @karinaquilts .
Karina ci ha scritto: “Questo è stato il mio primo lavoro improv e ho usato il gioco in bianco e nero come momento di apprendimento.
Mi sono buttata subito nella costruzione del quilt senza pensare troppo a come sarebbe andato avanti. Ho iniziato a cucire tre stoffe in bianco e nero che avevo nella mia scorta e mi sono lasciata prendere dal flusso creativo. Ho composto alcune forme, e ho proseguito da lì. I miei primi blocchi erano puramente in bianco e nero. L’effetto grafico delle sagome bianche e nere accostate ad alcune striscie mi è piaciuto, così ho proseguito sulla stessa linea. Ho introdotto un po’ giallo, e penso che la sua nota di colore salti bene all’occhio.
Alla fine, è stata una lezione nuova, in certi momenti anche un po’ difficile, però ho appreso dei rudimenti che potrò sicuramente sfruttare nella prossima occasione in cui cucirò di nuovo in modo improv."

C’è ancora una settimana prima che il nostro gioco giunga a scadenza: per i prossimi quilt in bianco e nero che saranno completati entro il 16 maggio, rendiamo disponibile la possibilità di essere pubblicati nella galleria instagram di @quiltimprovstudio . Vi invitiamo a tenere d’occhio i nuovi lavori che vi appaiono, perché in questi giorni le novità continuano a fioccare!

 Il gioco improv, basato sull’uso di bianco e nero , è cominciato alcune settimane fa, e i primi quilt completati sono già stati pubblicati.

Tra i nostri intenti non c’è solo la diffusione sul profilo @quiltimprovstudio di una galleria di lavori realizzati dalle persone che partecipano, ma anche la condivisione di esperienze da cui poter imparare qualcosa. Inoltre abbiamo notato che alcuni partecipanti dei giochi precedenti sono tornati a giocare con noi: ne siamo davvero felici! In questo articolo potrete leggere i commenti di chi è nuovo e di chi è ormai un habituè!

Innanzitutto abbiamo chiesto a chi ha già completato il proprio quilt, quali sono stati gli aspetti che hanno apprezzato di più del lavorare con il bianco e nero: l’effetto grafico? La possibilità di dare ritmo? Leggete di seguito i loro pareri.

@quiltergardener ha risposto: “La mia parte preferita del lavorare in bianco e nero è la semplificazione ottenuta rimuovendo il bisogno di scegliere i colori, così da potersi focalizzare solamente sulle forme e il movimento. La lista colori ridotta è stata una liberazione! E un quilt bianco e nero fa una splendida figura come complemento d’arredo.”

@arttextiles ha scritto: “Nel mio caso, l’uso di bianco e nero mi ha permesso di studiare per bene l’impatto grafico del lavoro, senza essere confusa o distratta da altri colori, a parte l’unico colore aggiuntivo, il rosso che ho scelto, il quale ha accentuato il bilanciamento dato dalle stoffe bianche e nere. Ho usato un approccio in stile 1960, che valorizza la semplicità: questo ha facilitato le cose, mantenendo le proporzioni di bianco e nero attorno al 50% ciascuno, così come era di tendenza nella Op-Art degli anni ‘60.”

@patchbri ci ha detto questo: “Avevo trovato dei resti in bianco e nero di due altri lavori che avevo fatto anni addietro, e così con questo materiale ho creato un altro quilt. Mi piace tanto il bianco e nero e lo trovo una combinazione perfetta!”

Ci siamo domandate se lavorare con la limitazione forte del solo bianco e nero fosse difficile. @silviafic8 ci ha rassicurate: “Ho apprezzato il fatto di non dover pensare se mi piace di più quel colore vicino a quell'altro. Tutto sta bene vicino a tutto! È più facile e mi piace molto il contrasto.”

Anche @morphea80 si è trovata a suo agio con questi colori. Ci ha scritto: "Quando ho saputo del vostro nuovo gioco, ho deciso subito di partecipare. Già tre anni fa avevo cucito dei mini quilt in bianco e nero con l'aggiunta di un po' di colore, che mi hanno fatto fare pratica con l'approccio al forte contrasto tra luci ed ombre. Così, ora, ho proseguito sulle orme della mia esperienza precedente. Il design è emerso dalle stoffe che avevo a disposizione: prevalentemente striscie pretagliate."

@pieladyquilts, invece, ha risposto così a proposito della limitazione dei colori: “Di solito preferisco lavorare con molti colori diversi. A volte averne venti non mi sembra ancora abbastanza! Quindi usare solo tre colori è stato per me sfidante. E così, invece di affidarmi agli effetti ottenibili con il colore, mi sono concentrata sulla creazione di un effetto grafico di forte impatto. Ho cominciato con i soli bianco e nero, e ho aspettato di trovare l'idea giusta prima di decidere come aggiungere il terzo colore di accento. Ad un certo punto, ho notato che tra le mie tessere stava emergendo un motivo circolare: è stato lì, che ho deciso di usare il terzo colore, e l’ho sfruttato proprio per sottolineare l’apparizione delle forme curve.”

Abbiamo posto una seconda domanda alle partecipanti: come si sono cimentate con la composizione?

@auroraa1714 ha spiegato il suo processo così: “ho provato a giocare con il posizionamento degli elementi, rompendo un po’ le regole di allineamento o mantenimento della forma. Adoro l’idea che un mio quilt diventi un pannello murale che può essere appeso nella direzione che ispira di più sul momento, e che magari in un momento successivo possa essere ruotato di 90° per farlo diventare un nuovo quilt!”
Aurora ha scelto dei ruoli specifici per il bianco e per il nero: “Di solito il bianco e il nero vengono usati come colori che hanno una funzione secondaria, di minoranza. Pensando a questo, ho deciso piuttosto di dare loro una maggior importanza, di farli emergere in un ruolo primario.”
E non è finita qui! Aurora ha aggiunto: “Amo cucire in bianco e nero, mi è già venuta in mente l’idea per un prossimo quilt!”

Anche @gigi.v13 ha tratto da questa esperienza degli spunti da sfruttare in futuro: “Ho iniziato l’esercizio cucendo dei triangoli bianchi, neri e verde menta, senza nessun piano. Non avevo mai lavorato in bianco e nero ed è stata per me una sorpresa scoprire quanto fosse divertente! Senza la distrazione dei colori aggiuntivi, l’attenzione si è spostata sulla scelta di forme e composizione. L’uso del terzo colore era gradevole, ma alla fine mi è venuto il dubbio che portasse un po’ di confusione, e ho pensato che in futuro cercherò di usarne di meno: di certi ingredienti, a volte, ne basta solo un pizzico! E sempre riflettendo in questa direzione, la prossima volta proverò a far più ampio uso dello spazio negativo. Forse è meglio non assecondare troppo la mia tendenza a bilanciare equamente la presenza di tutti gli elementi: e se usassi più movimento e dinamica?”

@arttextiles ha raccontato come nascono i suoi lavori: “Per me è molto importante il riciclo dei materiali e spesso uso tessuti ritrovati tra donazioni e bancarelle dell’usato. Questo mi permette di costruire uno stile unico e personale, e di trovare stoffe non più in circolazione. La stampa a fiori che ho adoperato durante il gioco fa parte di questi cimeli, ed è diventata lo spunto che ha ispirato lo schema del quilt, dato che ho usato le stoffe bianche e nere a complemento della stoffa fiorata. Tale approccio diventa spesso il mio metodo compositivo.”

@quiltergardener ha descritto come procede con l’improvvisazione: “in questo quilt ho cominciato cucendo alcune forme base: striscie, semicerchi, occhi. Li ho fissati sulla parete, sul mio design wall, e ho pensato a come avrei potuto connetterli: con linee sottili? Con dei quadrati? Con punte angolate? Sulle prime fa un po’ impressione non sapere come il tuo quilt evolverà (viene il dubbio che si sta perdendo tempo nel far qualcosa di brutto...), ma dopo anni di pratica con l’improv si impara a fidarsi del proprio processo. E se davvero un pezzo viene male… si può buttar via! Non per questo si deve smettere di provare. Dagli errori si impara tanto quanto dai quilt venuti bene.”

Magdi @bagarusmag ha voluto fin dall'inizio creare un quilt da tenere appeso: “mi piacciono il bianco e il nero. Stanno bene nel mio appartamento. Ho scelto la composizione in base alle mie emozioni, e cercando un impatto visivo. Ho scelto un terzo colore caldo, e questo ha creato il tema del lavoro.”
Magdi gioca da tempo con noi, e ci ha raccontato che effetto le ha fatto.
“Sono ungherese, e ho incontrato il patchwork sette anni fa quando sono andata in pensione. Mi è sempre piaciuto creare, lavorare a maglia, cucire. Ho scoperto i giochi di @quiltimprovstudioalla prima challenge, basata sul colore arancione, che io amo molto! E’ un piacere fare pratica con giochi come questo, osservare il lavoro di artisti da tutto il mondo, usare la tecnica improv che mi dà molta libertà. Unirmi alla condivisione on-line dà ispirazione, supporto, incoraggiamento: creare questo gruppo avvicina persone che condividono la stessa passione. E’ stato come l’aprirsi di un mondo nuovo: in piena pandemia, ho trovato una comunità che mi ha fatto sentire accolta.”

Altri partecipanti sono arrivati più di recente, come @arttextiles, che ci ha scritto: “grazie per aver offerto la possibilità di partecipare: questo è stato il mio primo gioco on-line, e mi sono divertita moltissimo!”

Anche noi ringraziamo tutte le persone che hanno completato i loro quilt, condividendone il percorso.
Il gioco improv bianco e nero continua fino al 16 maggio: c’è ancora tempo per iniziare, e per mostrare dei nuovi lavori!
Per vedere come procedono i lavori dei partecipanti, che hanno già pubblicato numerose novità, potete seguire la pagina Instagram della hashtag dedicata al gioco: #improvblackandwhite

Durante le mie passeggiate quotidiane, mi capita spesso di pensare ai quilt che sto cucendo. Di solito mi dirigo verso il mare, inoltrandomi fin sulla punta del molo, immergendo lo sguardo verso l’orizzonte. I riflessi sulle onde e i colori che cambiano ad ogni ora sono una fonte di ispirazione.

Ho appena seguito un corso di Irene Roderick , “Coreographing your dance”, e ho pensato di dedicare il lavoro realizzato durante il corso alle sensazioni che emergono durante queste passeggiate verso il mare. Mi sono chiesta se la parola “molo” suonava bene come titolo, dato che mi piacciono i titoli corti. Poi mi sono ricordata che la mia città è un punto di confine dell’Italia dal lato nord est, e allora ho deciso di intitolare il mio quilt “Est”: sì, est è una parola abbastanza corta per i miei gusti!

Giovanna ed io abbiamo già scritto del modo in cui scegliamo il nome per i nostri lavori. Nella prossima sezione, sarà Carla @falcolupo a raccontarci dell’ultimo titolo che ha scelto.

NOMI, NOMI, NOMI!!!

Quando sto lavorando ad un nuovo progetto la parte iniziale riguarda sempre la scelta dei colori da utilizzare, la creazione della palette, l’impostazione del lavoro... via via che comincia a prendere corpo comincio ad interrogarmi su cosa voglio esprimere con quel che sta prendendo forma sul design wall; a volte so già il mio intento, altre aspetto che sia il lavoro a “parlarmi”... e intanto che procedo si insinua nella mia mente il nome che potrebbe esprimere il concetto o sentimento che mi guida…

La scelta del nome è per me importante soprattutto se il lavoro è un improv, astratto nella maggioranza dei casi, e quindi foriero delle più diverse interpretazioni; diventa per me a questo punto indispensabile esprimere il mio punto di vista per poter trasmettere a chi lo guarda ciò che suggerisce a me! Bisogno di affermazione? Forse… o semplicemente un modo per ricordare a me stessa ciò che sentivo in quel momento.

L’ultimo lavoro che ho fatto è stato “EARTHQUAKE”, nato dal desiderio di utilizzare tutti gli scraps del mio blueimprovrepetition, creato per la challenge di Quiltimprovstudio; inizialmente mi sono limitata a cucire tra loro i frammenti, poi li ho posati sul muro per vedere come unirli, pensando ai colori del mare e del cielo… solo in fase finale ho cominciato a vedere un insieme di case traballanti e muri caduti e non sono riuscita più a vedere altro... e cosi il suo nome non poteva essere altro che terremoto!!! E adesso giustamente ognuno può vedere nella composizione ciò che vuole... via libera all’improvvisazione! E buon improv a tutti!

Silvia @silviafic8 ha risposto alla nostra domanda sui modi di intitolare i quilt, e ci ha raccontato il suo punto di vista mandandoci la seguente storia.

Non sempre i miei quilt hanno un nome.

Quando mi metto a cucire un quilt so già il nome che avrà… a volte!
O perché il colore dei tessuti che ho scelto evocano un oggetto, un paesaggio o altro, oppure perché le forme che scelgo di cucire sono in armonia con “qualcosa”.

Non sempre i miei quilt hanno un nome! Specialmente i lavori improv che paragono a quadri “astratti” e in questo caso l’arte o dà emozione oppure no.
Non mi piace interpretare, vedere per forza qualcosa sulla tela colorata. E non mi interessa nemmeno sapere cosa ha voluto raffigurare l’artista: o mi emoziona oppure no!

Con i quilt improv l’approccio per me è lo stesso. E’ talmente soggettivo emozionarsi che anche se mi viene spiegato cosa, il perché e il percome è stata realizzata un’opera, non mi emozionerà di più o di meno, saprò solo di più dell’artista e dell’opera. Ed è un po’ come per le altre forme d’arte. Una musica mi emoziona ma non per questo è necessario che io sappia dell’artista.

Non per questo le opere non devono avere un nome, un titolo. Solo che per me non è necessario. I miei quilt non sono opere d’arte ma è per questo motivo che nei giochi orangesummerimprov , blueimprovrepetition, i miei lavori risultanti si chiamano proprio come il gioco. E continuerò a dare il nome del gioco perché mi diverte.

Chi guarda se vuole può vederci qualcosa. Tra l’altro oggi magari ci vede un paesaggio e domani, con uno stato d’animo diverso ci vede altro. Perché legare una visione ad un titolo? Spero che i miei quilt, o almeno alcuni di essi, piacciano ed emozionino chi li guarda.   

Avete anche voi delle storie legate ai vostri quilt, che ci vorreste raccontare? Avete qualcosa da aggiungere alle discussioni sul tema dell’improv affrontate nelle pagine di Quilt Improv Studio? Gli spunti che ci arrivano possono essere il punto di partenza per dei confronti interessanti!

Potete inviare i vostri contributi contattandoci su Instagram, mediante un Messaggio Diretto a @quiltimprovstudio, o inviando una mail all’indirizzo di posta elettronica infoATquiltimprov.art, sostituendo AT con la chiocciolina @.  

Siamo arrivati alla fine del gioco Blue Improv Repetition, è il momento di raccogliere delle riflessioni!

Come fatto per il gioco precedente, abbiamo chiesto alle persone che hanno completato il loro quilt entro il 10 gennaio, di raccontarci la loro esperienza rispondendo ad alcune domande.

Quando abbiamo pensato ad un gioco basato sulle ripetizioni, ci siamo chieste se il tema fosse scontato dato che sono un elemento classico del design! Quante e quali regole fissare? Abbiamo fatto decidere ai partecipanti alcuni punti da seguire con dei sondaggi, lasciando per il resto campo libero all’improvvisazione.

Secondo @vazquezurbez, era stato trovato il giusto mix: “creare un piccolo quilt è una grande opportunità, quando questo richiede di seguire poche regole, e nello stesso tempo permette di giocare con molta libertà.”

Le risposte al nostro questionario ci hanno sorpreso: i pochi elementi definiti (improvvisazione, ripetizione, colore blu) per molte partecipanti contenevano qualcosa di nuovo.

Per @anje_loskut “questa è stata la prima volta che ho partecipato ad un gioco sulle ripetizioni.

@auroraa1714 ci ha scritto: “ho provato le ripetizioni per la prima volta … ok, càpita di fare quilt con triangoli o quadrati… ma non è la stessa cosa”.

@victorianelson2263 ha aggiunto: “ho già cucito dei quilt in modo improv, ma non strettamente con una singola forma ripetuta. Mi è piaciuto cimentarmi con colori e forme limitati: è stato un modo per esplorare elementi diversi dell’improvvisazione.”

@margaret_stamford ha sperimentato la seguente novità: “avevo già realizzato alcuni quilt usando la tecnica della ripetizione. Questa per me è stata la prima occasione in cui ho combinato l’uso di forme cucite e applicate. Il metodo raw edge appliqué mi ha permesso di ottenere risultati che altrimenti non erano possibili: nel mio quilt ho collocato alcune delle forme ripetute a cavallo di blocchi adiacenti.”

@therollingcat_ ci ha scritto: "Avevo sperimentato in precedenza sia le ripetizioni sia le curve: avevo cominciato in tempi non sospetti ad usare una specie di improv o liberated log cabin. Quando avete lanciato la sfida, ero tentata di fare un altro log cabin improv. Poi ho cambiato idea e ho scelto le curve. Devo dire che mi sono divertita un sacco! Farlo così senza preoccuparsi della misura finita è davvero liberatorio. La dolcezza delle transizioni dei colori mi ha consentito di aggiungere anche del trapunto a mano fatto col filo di lana in contrasto. Non trapuntavo a mano da molto tempo, e sono rimasta sorpresa dall'effetto armonioso.

@hbeecook ha ammesso: “avevo già ripetuto delle forme in precedenza, ma non così di proposito. Lo schema del gioco è stato un ottimo avvio per focalizzarmi sul mio modo di fare improv!”

@Pieladyquilts è un’esperta di quilt basati sulla ripetizione di una singola forma. Ci ha detto: “mi sono unita al gioco perchè trovo utile per la mia creatività avere delle limitazioni entro cui muovermi. Dover usare il blu e le ripetizioni mi ha fatto venire un sacco di idee.”

@buttermilk_hill ha trovato questa sintesi: “questi due elementi del design sono una splendida combinazione. Le ripetizioni danno struttura all’idea, l’improv fa spazio al flusso creativo.”
@vazquezurbez ha anche notato che “le ripetizioni permettono effetti di bilanciamento all’interno del quilt.”

A volte ci chiediamo se la durata di tre mesi è sufficiente per completare il gioco. 

@sakura.quilting ha inziato subito, e poi ha deciso di fare una pausa. Secondo lei "è meglio lasciare un progetto incompleto appeso al design wall per alcune settimane, finchè non si trova soluzione ai propri dubbi, per poi riprendere il lavoro quando si hanno le idee più chiare su come continuare.

@margaret_stamford ha lavorato in tempi molto più stretti: “Ho iniziato questo quilt quattro giorni prima della scadenza, quindi non ho avuto il tempo di affinare la mia idea. Questo esercizio mi ha fatto capire che posso fidarmi di come gestisco un’idea, dal concepimento al completamento, se il tempo per realizzarla è poco."

Qualunque sia il momento in cui condividiamo i nostri esperimenti con l’improvvisazione, questo è sempre apprezzato. @hbeecook lo spiega così: “il gruppo mi dà molta ispirazione e sento che mi fa crescere come quilter. Adoro che il progetto sia internazionale e che connetta persone da luoghi così distanti.”

Anche per @therollingcat_ “l'idea è stata versatile e precisa allo stesso tempo: la galleria di quilt che ne è uscita è una grande gioia!”

Abbiamo chiesto alle partecipanti di raccontarci cosa pensano di avere imparato in questa occasione.

@alsterdeeluxe ha risposto: “ho imparato un sacco di cose! Mescolare casualmente le pezze realizzate può non funzionare: bisogna fare selezione e lavorare con cura. Le parti migliori che hanno trovato spazio nel lavoro finale saranno state la metà di quello che avevo cucito inizialmente.”

@theeightchild ha spiegato: “ogni volta che realizzo un quilt, imparo qualcosa su quello che rende buona una composizione, e alleno il mio sguardo su ciò che riesce a toccare le mie corde. E ho pure fatto pratica con il piedino a doppio trasporto.”

@victorianelson2263 ci ha detto: “finora avevo partecipato poche volte a dei giochi. Ho la sensazione che imparo qualcosa da ogni quilt che cucio, e una sfida mi aiuta ad esplorare aspetti che altrimenti non avrei preso in considerazione. Raramente impiego il blu, eppure mi sono divertita ad usarlo. Questa è una lezione che utilizzerò di nuovo.”  

@quiltergardener ha notato che “cucire in modo improv una stessa forma per molte volte è un buon metodo per rendersi conto di quanto sia possibile sfruttare le irregolarità date a tale forma per renderla più interessante. Quando si uniscono assieme molte forme irregolari, l’effetto all’occhio è molto gradevole. Triangoli, quadrati, rettangoli, curve di tipo “drunkard’s path” – ogni blocco della tradizione, quando riproposto in modo improv e ripetuto, diventa più vivo.”

@karinkory ha aggiunto: “quest’esperienza mi ha fatto capire quanto le ripetizioni siano un buon modo per dare un senso di calma al quilt e per renderlo più interessante.” 

Una delle cose che ci rendono più felici è il riuscire a facilitare la diffusione dell'improv: 

@alsterdeeluxe ci ha raccontato: “questa è stata la prima volta in assoluto in cui ho provato l’improv; non avevo mai usato le ripetizioni come procedura per creare dei pezzi. Penso che sia stato questo ad attirarmi nel gioco, dato che ero interessata ai modi in cui si può interpretare la ripetizione tramite l’iterazione dei gesti.”

Anche @astudillorosales ha scritto che “questa è stata la prima volta in cui mi sono avventurata in questo tipo di cose: ho imparato a fare a meno di pattern e schemi. E proprio lì arriva il bello, dato che non sai come andrà a finire! Sono stata proprio felice di scoprire che il divertimento era lì che mi aspettava. Se quello che stai facendo non combacia, puoi improvvisare ancora. Continuerò sicuramente a divertirmi in questo modo.”

@auroraa1714 lo dice chiaramente: “ogni volta che si prova l’improv viene voglia di farne ancora di più... diamoci il permesso di essere creativi!”

@buttermilk_hill è dello stesso parere: “ho imparato – di nuovo – che l’improv è la mia tecnica preferita”. 

Possiamo dire che siamo d’accordo!!!

Ma… cos’è, l’improv, per noi?

@sakura.quilting ha condiviso il suo punto di vista: “Innanzitutto, l’improv non deve essere sgraziato. Cucire quilt in libertà per me significa mantenere comunque l’accuratezza. Inoltre, sono benvenuti cambiamenti in corso d’opera rispetto alle stoffe scelte inizialmente. Questo permette di reintrodurre dei ritagli e aggiustare il tiro per migliorare il risultato.” 

@alsterdeeluxe ha scritto qualcosa sullo stesso tema: “all’inizio avevo fatto una scelta di stoffe basata sull’idea che improv significasse lavorare con gli scarti. Per questo avevo provato a impiegare stoffe scelte un po’ a caso, tra quelle ricevute in regalo e quelle che non sapevo come usare in altri progetti. Alla fine ho mantenuto questo vincolo cercando di tirarne fuori il meglio, e per fare ciò ho provato pure a usare come dritto il rovescio di alcune stoffe stampate.”

Ai partecipanti abbiamo anche chiesto cosa avrebbero cambiato del loro lavoro se avessero avuto la possibilità di farlo di nuovo:
“Cambierei la quiltatura. Aggiungerei dei quadrati più grandi per dare calma alla composizione (@victorianelson2263).”

"Userei un unico colore per la quiltatura. La semplicità può dare risultati migliori (@sakura.quilting).

"Userei una diversa gradazione di colore. Ai quadrati, che sono l’elemento ripetuto, assegnerei un contrasto maggiore (@karinkory).

"Farei una selezione diversa dei colori blu da includere nel lavoro. Ho usato i ritagli che avevo e non tutti gli accoppiamenti sono stati efficaci. Detto questo, comunque, recuperare i residui di stoffa dà una certa soddisfazione! (@hbeecook)

“Quel quadrato blu al centro… prima di cucire tutto assieme, l’effetto sul design wall era diverso. Comunque le linee che ho quiltato sopra lo riequilibrano un po’ (@theeightchild).” 

Ci verrebbe da dire che certe modifiche vengono in mente solo a lavoro finito e che è normale che sia così. Tutti i quilt prendono un loro significato quando sono giunti a completamento! 

Quindi le riflessioni fatte a posteriori possono diventare uno spunto per le prove successive e per prendere coscienza di cosa voler rifare o evitare.
@Pieladyquilts  su questo è d’accordo: “Ho realizzato il quilt con stoffe tinte a mano. Ora mi piacerebbe riprovare con delle tinte unite per vedere come cambia l’effetto finale.”

Anche @quiltergardener ha raccolto delle idee: “Mi sono divertita a dare un effetto complementare allo sfondo, cucendovi sopra la stessa forma ripetuta, l’ottagono, in fase di quiltatura. Vorrei farne di più, di lavori così, in futuro.”

@maria_dlugosch ha scritto: “ho usato delle nuove guide per la quiltatura e sicuramente le userò ancora, perchè ne sono stata molto soddisfatta. Questo metodo di quiltatura entrerà a far parte del mio repertorio.”

@hbeecook ha confermato: “sicuramente proverò ancora le ripetizioni. Ora sto pensando ad altre forme da usare quando cucirò i prossimi quilt.”

Ulteriori commenti di quilters che hanno partecipato al gioco e finito prima hanno avuto spazio in un precedente articolo che trovate a questo link.

Ci sono anche altre storie, di quilters che hanno iniziato il gioco e poi intrapreso altre strade per vari motivi. @gigi.v13 ha finito il top e ha deciso di terminare la quiltatura in un altro momento. Qualcuno ha continuato ad inviare i propri lavori anche dopo la scadenza del gioco, come @beckymcneillartanddesign e @patchwerrk; @mari.quilt invece ha preso il concetto di blue repetition e l’ha utilizzato per la realizzazione di un quilt basato su un pattern, che partiva da un disegno composto da sua figlia.
Vi invitiamo comunque ad andare a vederli e ad apprezzarne la bellezza, nella pagina dell'hashtag #blueimprovrepetition e nelle pagine instagram degli autori. 

Siamo grate a tutte le persone che hanno comunque partecipato perchè ciò che ci proponiamo è di dare un input.

 

Congratulazioni a tutti i partecipanti!

Grazie a chi ci segue nel sito; nella pagina @quiltimprovstudio dove potete trovare tutti i quilt completati da chi ha giocato con noi.

Ci vediamo presto con un nuovo gioco! Carla, Giovanna e Paola.