Buongiorno a tutte le persone amanti del patchwork! Il nostro ultimo gioco improv , dedicato agli effetti ed ai colori "pop", è ancora in corso, e chi di voi volesse unirsi è il benvenuto! Per vedere cosa sta succedendo tra le partecipanti che hanno già iniziato il gioco, si può consultare la pagina Instagram che usiamo per condividere i nostri lavori in corso, utilizzando l'hashtag: #qispopimprov.

Mentre voi studiate quale sarà la prossima stoffa che cucirete, noi vorremmo darvi qualche spunto citando gli eventi del patchwork che arriveranno a breve: perchè non visitarli e trarne ispirazione?

La prossima settimana apriranno i battenti di uno degli eventi del patchwork e dell'arte tessile più rinomati al mondo: l' European Patchwork Meeting (EPM).

Abbiamo saputo che alcune persone che hanno partecipato ai giochi di Quilt Improv Studio prenderanno parte all'evento, semplicemente per visitarlo, o anche con la presenza di alcuni loro lavori che sono stati realizzati per i concorsi associati al festival! 

Paola e Giovanna saranno entrambe all'EPM nelle giornate di venerdì 16 e sabato 17 settembre 2022. I loro lavori "East" e "Chaos" realizzati per il concorso Wide Horizons SAQA , saranno esposti presso il locale ESPACE DES TISSERANDS, Place des Tisserands 68160 in Ste-Marie-aux-Mines.

Maria Paz Avalos arriverà in Francia da oltreoceano! Il suo quilt "Bordar, cantar, amar" e il suo contributo al lavoro collettivo "Faces" saranno parte della mostra Quilting Cile , visitabile presso il locale ESPACE RAYMOND HESTIN, 47 Rue du Général de Gaulle, 68660 Rombach-le-Franc. 

Mattea Jurin sarà presente di persona e con il suo lavoro "Big girls don't cry", selezionato per il concorso internazionale al cuore del festival EPM: Once Upon a Thread, ospitato presso lo spazio espositivo PAVILLON OSMONT, 8 Rue Osmont, 68160 Ste-Marie-aux-Mines. La cerimonia di premiazione per questo concorso internazionale si terrà venerdì 16 alle ore 14.30, e noi andremo a vedere cosa succederà! 

Anche Pamela Nensi, che è stata una delle partecipanti dei giochi di Quilt Improv Studio, ci sarà per visitare il festival in questa occasione.

E voi? Che piani avete?

Tenete d'occhio le storie che nei prossimi giorni saranno pubblicate da Quilt Improv Studio , sul suo profilo Instagram: a breve troverete maggiori dettagli sulle nostre attività in occasione del festival EPM. A presto, e chissà che questa volta non sia di persona! 

"East", detail

Eccoci qui! Siamo orgogliose di celebrare proprio oggi i due anni dal primo giorno in cui è nato Quilt Improv Studio, e per festeggiare cosa di meglio ci poteva essere dell'avvio di un nuovo gioco? 

Solo una piccola introduzione per farvi sapere come è nato questo nuovo gioco.

Mentre cercavamo su Google le immagini per la recente sfida dei colori primari QIS, abbiamo visto molte immagini Pop Art che ci sono rimaste impresse. Qualche giorno dopo Paola ci ha detto di aver pensato ad un hashtag per la nostra nuova sfida: #qispopimprov. Ci è piaciuto subito anche se sembrava strano iniziare a costruire una sfida partendo dal suo hashtag e dal suo significato!

Qualche spiegazione ora: cosa intendiamo per sfida di improvvisazione pop? Non devi fare qualcosa di veramente simile alla Pop Art, ma pensa al tuo quilt come se fosse un manifesto per rendere popolare l’improv patchwork.Un qualcosa che resti impresso. Noi ci immaginiamo di vedere un'esplosione di colori! Pop che non può essere più pop! Questa volta vi invitiamo a non utilizzare una tavolozza limitata, ma ad utilizzare i colori più accesi e fantasmagorici che potete trovare! Anche fluorescenti! Tinta unita o tessuto stampato, qualunque cosa voi abbiate nella vostra scorta. Vi chiediamo di osare e creare un quilt dal forte impatto grafico, ad alto contrasto, in uno stile di improvvisazione davvero moderno. Allora che ne dite di usare colori primari e secondari insieme o solo colori complementari? Fate solo attenzione a non ottenere un effetto arcobaleno!

Come sempre, tra qualche giorno, lanceremo alcuni sondaggi su Instagram per decidere insieme alcuni elementi comuni.
Allora, iniziate a pensare a come sarà il vostro lavoro! 

A presto.

Carla, Giovanna e Paola

Quando abbiamo deciso di lanciare un gioco basato sui colori primari uniti al bianco e nero, avevamo familiarità solo con una parte dei significati associati a tali colori. 

Non immaginavamo quante possibili interpretazioni erano possibili e, grazie alle persone che hanno partecipato e portato commenti al nostro gioco, abbiamo imparato molto lungo il percorso.

Abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con la fiber artist @shinheechin che ci ha scritto rivelando una affascinante storia che collega questi colori alla sua cultura. 

“Bianco e nero, giallo rosso e blu sono famosi per aver fatto parte della palette di Mondrain. Questi cinque colori hanno anche un ruolo speciale nella cultura coreana, formando un gruppo dal nome ‘obansaek’. La tradizione coreana lo associa ai seguenti cinque elementi: blu=legno, rosso=fuoco, giallo=terra, bianco=metallo, nero=acqua.”

Durante il gioco sono emerse da questi colori ulteriori connessioni, alcune note ed altre meno note. Le nostre partecipanti ce ne hanno parlato così. 

@hollygrovethreads ci ha scritto: “Ho improvvisato le mie due composizioni basandomi sui requisiti dei colori da usare. Ho studiato il lavoro degli artisti Piet Mondrian e Jose Pedro Costigliolo.”

@arttextiles ha scelto un altro stile: “Ho cercato di ottenere un effetto anni Cinquanta del secolo scorso, senza farmi influenzare troppo dai lavori di Mondrian. Ho dato prevalenza al bianco nello sfondo, per tenere separati i colori primari e far avere loro un maggiore impatto.”

@patchbri  ci ha spiegato: “Da tempo volevo fare un lavoro con questo motivo compositivo. L'ispirazione sono state delle piastrelle sul paseo maritimo a Santa Eulalia dove vive mia figlia; i colori indicati per il gioco mi piacevano per realizzare finalmente questo progetto.”

@quiltergardener ha creato dei collegamenti direttamente tra i colori: “Ho provato ad accoppiare i colori in combinazioni piacevoli per evitare che il quilt desse un effetto confusionario. Il nero si univa bene al giallo, il blu con il bianco. Invece dello sfondo bianco che è più comune, ho usato il rosso: e sono decisamente soddisfatta del risultato!”

Abbiamo chiesto alle persone che hanno completato il loro quilt nella prima fase del gioco se il fatto di usare colori con forte contrasto ha cambiato il loro approccio alla composizione.

@gigi.v13 ci ha risposto così: “Il requisito di usare colori primari a forte contrasto all’inizio mi aveva messa in difficoltà. Questo non è il mio solito modo di lavorare e non sapevo come iniziare. Alla fine ho provato a immaginare quali stoffe usare per il perimetro del lavoro, senza un progetto preciso. Il quilt si è trasformato in una costruzione ‘log cabin’ sviluppata a spirale dall’esterno verso l’interno. Ho aggiunto della stoffa di lino tipo ‘Essex’ che ha ammorbidito i contrasti, e a quel punto ho trovato bilanciamento nella mia composizione.”

Anche @therollingcat_ non aveva usato tali colori in passato: “Come quilter, i colori primari sono davvero difficili da usare, tanto che non ero nemmeno sicura di averli nella mia pur cospicua riserva. Invece li avevo! Volevo uno sfondo nero, innanzitutto per fare risaltare tutti gli altri colori senza fare preferenze”.

@auroraa1714 ha fatto una esperienza simile: "E' stata la prima volta in cui ho utilizzato questi colori... all'inizio mi sembravano strani! Poi, quando ho provato ad accostarli tra loro, ho cominciato a vederli in modo diverso. Ora potrei proseguire con altri tre quilt analoghi! Fare simili scoperte è una delle parti che mi piacciono di questi giochi".

@dove_ti_porta_il_filo ha trovato la rotta un po’ alla volta: “Sono partita lavorando con un solo colore alla volta abbinato al bianco e nero. Poi, come accade spesso, ho cambiato strada e i contrasti hanno trovato il loro posto (senza farmi più soggezione)”.

@hollygrovethreads ha risolto il dilemma usando due soluzioni diverse: ha realizzato due quilt! “Nella mia prima composizione, ho usato forme rettangolari separate dalla linea bianca. Nella seconda composizione sono passata a forme triangolari separate da una linea nera.”

Altre partecipanti si sono sentite a loro agio: per @stitches_and_stanzas, “il forte contrasto tra i colori è stato perfetto per improvvisare con la linea perché consentiva ad ogni elemento di risaltare bene. Le possibilità di combinare pezzi con un forte impatto visivo erano molteplici.” @georgene331 ha aggiunto: “Mi piaceva comporre con i colori primari e con la linea. Mi è bastato lasciarmi andare e la creazione mi ha divertita un sacco!”

@aquilterstable ha assegnato ruoli diversi a ciascun colore, sulla base della rispettiva luminosità: “Ho usato di proposito il bianco e il giallo come colori che fungano da ‘accento’, mentre il nero faceva da sfondo. In questo modo il rosso e il blu sono potuti finire al centro dell’attenzione.”

Trovare la soluzione alla combinazione dei colori era una prima parte del dilemma del gioco.

Però anche un ulteriore elemento compositivo faceva parte della “sfida”: introdurre l’uso della linea. 

Abbiamo chiesto alle partecipanti: “La richiesta di adottare l’elemento della linea è stato più un vincolo o un punto di partenza per sviluppare le idee?”

 

@stitches_and_stanzas ha ammesso: “Non avevo mai considerato l’uso della linea come elemento principale in passato, quindi questo gioco è stato una buona occasione per esplorare nuovi modi di prendere in considerazione il modo in cui delle linee potevano essere abbinate in un quilt”.

Per @arttextiles “Le linee sono state come un regalo che mi ha dato il là nella scelta delle stoffe e nell’uso consapevole dei blocchi costruttivi.”

@gigi.v13 ha aggiunto: “Prestare attenzione alla linea ha facilitato la mia partenza. nel contempo la linea ha agito anche come un vincolo, dato che ho cercato di completare il disegno usando solo linee. Ho visto poi che altre partecipanti hanno fatto un uso più o meno ampio delle linee e penso che l’attenzione ai vincoli venga data in base alla propria personalità ed esperienza.”

@aquilterstable si è pure concentrata molto sulla linea: “La mia composizione è proprio partita dal taglio di molte strisce; solo successivamente ho cominciato a pensare che uso ne avrei fatto.”

@karen_quilts_and_makes ha confermato: “Il mio avvio è stato una lunga linea rossa collocata al centro, che si è trasformata in un lungo rettangolo innestato in un altro rettangolo. Mi sono piaciuti questa forma il suo colore, l’effetto di contrasto, e ho deciso di continuare con lo stesso approccio per tutti e cinque i colori in egual misura.”

@dove_ti_porta_il_filo ha scritto: “Le linee mi piacciono. Le regole, i vincoli costituiscono spesso lo stimolo giusto per il lavoro”.

Quindi, non c’è stato nessuno che ha sentito come limitante il fatto di dover utilizzare delle linee? “No, usare delle linee non è stata una restrizione. Nel patchwork, mi piace creare con le linee, cercarle e seguire la strada che mi indicano!”, è stata la conferma di @quiltergardener.

Inoltre, @morphea80 ci ha spiegato che la linea le è pure stata utile: "Volevo addolcire l'effetto dei forti contrasti tra i colori primari. Infatti ho usato molto bianco e una quiltatura piena di curve. Per me, l'uso della linea è stato un perfetto antidoto all'eccesso di contrasto tra i colori". 

E poi, se le linee non si incontrano, si può sempre trovare qualche soluzione, come ci ha detto @therollingcat_ : “l’unico vincolo (leggi difficoltà) era far combaciare le righe bianche con quelle nere. Anche far combaciare le righe nere non è stato facile. Certo, potevo creare un cerchio inserito nel blocco e poi tagliare tutto con la riga nera. Ma se facevo così, non c’era più il divertimento ad includere un blocco bastian contrario. (E voi, l’avete trovato?)”

@NisaMckMaker ci ha spiegato il suo processo: “Ho tagliato strisce di spessori diversi, certe erano davvero sottili e ho dovuto usare della carta di rinforzo per stabilizzarle. Il tema della linea è stato il mio avvio: e tuttora lo trovo una valida fonte di ispirazione”.

@hollygrovethreads ha fatto uso marcato delle linee: “La linea è stata il mio spunto creativo. Non certo una gabbia. Il gioco mi ha incoraggiato ad approfondirne l’uso. Mi sono divertita a studiare metodi diversi per inserire linee sottili nella composizione, e sono sicura che lo farò ancora in futuro”. Gli sforzi di Kim le sono valsi l’inclusione del suo quilt realizzato durante il gioco e intitolato “Mod Mondrian” tra i lavori che saranno esposti al Quiltfest di Greenville SC, nelle date dal 28 al 30 aprile. Congratulazioni Kim!

Desideriamo anche fare le congratulazioni alle persone che hanno visto dei loro lavori, creati durante precedenti sessioni di gioco con @quiltimprovstudio , selezionati tra i finalisti di QuiltCon2022, esposti lo scorso febbraio a Phoenix, in Arizona: tra questi ci sono stati i quilt di @aquilterstable, @quiltcreation e @kathycookquilts; inoltre @sakuraquilting ha ricevuto un premio al festival del patchwork brasiliano Gramado, grazie al quilt da lei completato durante il nostro primo gioco. Impariamo gli uni dagli altri. Siamo onorate dall'attenzione che le persone dedicano ai principi compositivi che proponiamo per esercitarsi con l’improv, fino a raggiungere risultati degni di riconoscimenti ufficiali!

Ringraziamo tutte le persone che hanno partecipato al nostro ultimo gioco: siamo felici di portare il nostro piccolo contributo alla comunità del patchwork, ma è merito vostro se poi i giochi diventano così divertenti! Vi invitiamo a visitare la pagina instagram dedicata ai lavori in corso #qisprimarycolors e ad esplorare la galleria @quiltimprovstudio dove potete trovare tutti i quilt completati da chi ha giocato con noi.

Nel nostro ultimo gioco,  Sogni monocromatici, abbiamo proposto la scelta autonoma di un colore ed abbiamo ottenuto una bellissima galleria che, con l’accostamento tra un lavoro monocromatico e l’altro, ricorda un arcobaleno.

Nel prossimo gioco invece abbiamo pensato che sarebbe bello utilizzare una palette uguale per tutti.

Lasceremo scegliere a voi, tramite sondaggio lanciato dal profilo Instagram @quiltimprovstudio , se essere liberi anche per quel che riguarda la composizione, o usare un elemento grafico in comune per tutti. La palette, pensata in un primo momento da Carla, è quella data dai colori primari: rosso, giallo e blu, alla quale abbiamo poi deciso di aggiungere anche il bianco e nero.

Con questa lista di cinque colori, sicuramente vengono subito in mente le opere di Piet Mondriaan, ma non vorremmo una galleria omogenea, ispirata solo a lui, quindi ci siamo chieste: “Dove altro troviamo questa combinazione di colori?” 

Ecco le nostre risposte:

 

Giovanna, come insegnante della scuola dell'infanzia, è circondata dai colori quotidianamente: utilizza i primari nei giochi di mescolanze per imparare ad ottenere i secondari, li ritrova quando si parla di emozioni (il giallo, il rosso e il blu identificano gioia, rabbia e tristezza); li vede e li tocca nei “blocchi logici”, che contraddistinguono le forme geometriche di base, senza dimenticare numerosi libri per l’infanzia, in primis quelli dell’autore e artista francese Hervé Tullet che propone bellissimi laboratori creativi per bambini.

Carla insegnava matematica e spesso ritrovava sulle copertine dei libri di testo riproduzioni dei quadri di Mondriaan; le immagini dei suoi dipinti potevano essere utilizzati per esplorare i concetti di parallelismo ed ortogonalità. Anche nel design spesso si possono ritrovare elementi che rievocano l’uso dei primari uniti al bianco e nero; oggi, nonna a tempo pieno, utilizza per giocare coi nipotini giochi in cui prevalgono i colori primari perchè di forte impatto visivo e facilmente riconoscibili dai bimbi in età prescolare, non ultimi i classici mattoncini della Lego che stimolano la fantasia e la manualità dei piccoli; ultimamente con i nipotini gioca anche con il Pongo e la sabbia cinetica: attraverso la manipolazione di materiale in colori primari è immediato il passaggio alla creazione dei secondari….ed ogni scoperta è un passo verso nuove conquiste!

Paola ci ha parlato degli artisti che ha ammirato alla Fondation Maeght, che ospita un’ampia collezione di dipinti, sculture, disegni e arte grafica del ventesimo secolo, che hanno spesso fatto uso dei colori primari e del bianco e nero per il loro forte impatto grafico. Ha ricordato inoltre la scuola Bauhaus , che trovava nel design il punto di incontro tra arti e mestieri, ed esplorava le composizioni basate su forme e simboli, come negli esercizi che associavano il triangolo al giallo, il quadrato al rosso, e il cerchio al blu.

Prima di lanciare questo gioco abbiamo fatto delle ricerche su vari social network usando come parole chiave "primary colors quilts" e abbiamo notato che i risultati danno lavori che non rispettano totalmente la palette, mentre tutti i quilt che rispettano la palette restano nel pattern "Mondrian". Un esempio di lavoro che usa questa serie di colori e nel frattempo esplora nuove geometrie è quello di @tinwoman48 . Fateci sapere se ne trovate altri, saremo liete di condividerle nelle nostre storie, e cominciate a progettare il vostro... "Oltre Mondrian"!

Ora lasciamo a voi alcuni giorni di tempo per iniziare a pensare dove trovate intorno a voi questa combinazione di colori e decidere se usarla come ispirazione per il vostro lavoro, oppure se vi vorrete lasciare trasportare dalla creatività improv per vedere quale sarà il risultato che emergerà a sorpresa. Quello che sappiamo già è che sarà unico e di forte impatto visivo!

Vi aspettiamo! Carla, Giovanna e Paola

La nostra quarta sfida, Monochrome Dreams, è finita da poco, e abbiamo imparato molto da questa esperienza.

Innanzitutto, siamo state positivamente colpite dal fatto che la maggioranza delle partecipanti ha preferito che il gioco fosse dedicato all'uso di un colore solo (come indicato dalle loro risposte al questionario di avvio) scartando l’alternativa di aggiungere un colore neutro. Se dobbiamo giocare con un certo tema, a questo punto facciamolo seriamente, no?

Come seconda cosa, ci siamo accorte che la galleria dei quilt realizzati dalle persone che hanno partecipato al gioco, visibile sul profilo Instagram di @quiltimprovstudio , ha l'aspetto del patchwork di tipo contemporaneo. Non è una cosa che avevamo scelto intenzionalmente, ma è stata una bella rivelazione. Il processo di tipo improv è applicabile sia al modern (con i suoi colori forti e contrastati), che al patchwork di tipo contemporaneo (con sfumature più delicate, come in un monocromo) e così via.

Come ultima cosa, abbiamo riflettuto su quanta intenzionalità possa far parte dell’improv, consentendo di dare allo stile ancora questo nome. Grazie a una domanda di una nostra partecipante a questo proposito, ci siamo dunque chieste: “Quanto l'intenzionalità fa parte del nostro processo? C'è una linea di confine tra l'intenzionalità e l’improvvisazione? oppure l’intenzionalità va a scapito dell’improvvisazione?"
Di seguito troverete le nostre opinioni personali.

Giovanna dice: “Quando voglio sperimentare, mescolo i due processi. Seleziono intenzionalmente una tavolozza di colori (che può variare anche durante il processo) poi inizio a tagliare in modo improv e gradualmente aggiungere pezzi per creare blocchi che possono variare di forma e dimensione. Il momento più inatteso nei miei lavori è dunque quello della costruzione dei blocchi: niente misurazioni, aggiunta di colori in tempi diversi, taglio con forbice o con cutter, cuciture dritte o con delle curve.
Dopodichè inizio il lavoro lento e intenzionale, la disposizione dei blocchi sulla design wall e la scelta della composizione.
Questa parte del processo ha una durata variabile, a volte capita che due o più pezzi vadano bene insieme al primo colpo, altre volte vengono spostati, ruotati, scuciti, rimossi o altri ne vengono aggiunti fino a quando il lavoro diventa interessante, arriva un'idea, una strada da percorrere e perseguire, fino ad arrivare ad ottenere un lavoro che ha un suo preciso significato.
Tutto un altro processo invece lo utilizzo per la creazione di pezzi in cui il tema è fissato dall'inizio: una volta avuta l'idea con un preciso significato o messaggio da trasmettere, inizia la realizzazione.
Parto solo da un piccolo schizzo (a volte neanche quello) perché quello che voglio lo immagino.
Ciò porta ad una velocizzazione della fase di layout, ma il processo è sempre di tipo improv, con modifiche possibili in corso di lavorazione e un risultato difficilmente replicabile in modo esatto.

Secondo Paola, l'intenzionalità non è assente durante l'improvvisazione. È distribuita lungo tutto il processo, e questo distingue l’improv da altri metodi in cui tutto il design è fissato all'inizio. La musica jazz può essere una bella analogia: anche se la scala e il ritmo sono scelti all'inizio, e magari sono intenzionalmente mantenuti stabili fino alla fine, i jazzisti si prendono comunque delle libertà durante le varie fasi dell'esecuzione!
Paola ama “l'emergere” degli schemi: se qualcosa di bello inizia ad apparire, allora vale la pena ripetere o rinforzare quella parte. La decisione di insistere con uno schema è un altro tipo di atto intenzionale, che appare nel mezzo del percorso: grazie a questa decisione, un'altra sezione del disegno diventerà fissa. Tuttavia, finché c'è spazio per cambiamenti durante il lavoro, il finale aperto tipico dell'improv è preservato.

Carla la pensa così: “Quando inizio un nuovo lavoro, di solito la prima cosa che faccio è la selezione delle stoffe: una palette che mi colpisce se lavoro solo con i solidi, una o più fantasie che immagino protagoniste e tutti i solidi che la possono accompagnare nel caso abbia voglia di partire da stampati, il cesto dei ritagli dell'ultimo lavoro fatto se sono ancora immersa nell'atmosfera del lavoro appena concluso… generalmente passano alcuni giorni mentre metto insieme i miei tessuti!! Alla fine ho fatto la mia selezione (difficilmente userò tutte le stoffe che ho scelto ma mi piace avere tanto materiale a disposizione!), certo è che in questa fase ci metto dell’intenzionalità.
A questo punto sono pronta? Dipende: se sto facendo un lavoro a tema (come per i nostri giochi) mi focalizzo sulle regole del gioco e cerco di visualizzare una possibile strada per interpretarle; a volte faccio uno schizzo (che poi in realtà non seguo mai) ma non so disegnare e quindi i miei schizzi sono come gli scarabocchi dei bambini, una traccia molto leggera, per cui la meta viene sicuramente raggiunta grazie all’improvvisazione!”

In attesa dell'arrivo del nuovo gioco (che stiamo già delineando, ma che non vi sveleremo del tutto ancora per un po’), rivolgiamo la stessa domanda a voi.
Nel processo della vostra lavorazione improv, quanto incide l’intenzionalità?

Potete scriverci le vostre riflessioni, su questo tema, sulla vostra esperienza nell'ultimo gioco, o altri temi collegati all’improv, mandando un messaggio diretto al profilo Instagram @quiltimprovstudioo scrivendo via mail a infoATquiltimprov.art: collaborerete così ad una raccolta di riflessioni per delineare l’eterogeneità dell’improv. Perché, come scritto nella pagina iniziale del nostro sito, ci piacerebbe costruire insieme questo percorso.

A presto!
Carla, Giovanna e Paola