È possibile che i materiali con cui iniziamo a cucire un lavoro improv riescano ad influenzare il lavoro che verrà?

Mi sono accorta che la scala con cui cucio un mosaico improv a volte dipende dalla grandezza delle pezze di stoffa che affollano il mio tavolo del cucito all’inizio di un lavoro.
Ad esempio: ho scorte da almeno un metro?
Sono dotata di striscie pre tagliate?
Parto da piccoli ritagli e scarti di lavorazione?
E’ come se le stoffe avessero una vita propria: i tagli fatti prima di iniziare si accomodano nei tasselli e ne fissano la scala, o allungano le forme, anche se all’inizio io non ci avevo pensato.

I piccoli gesti sembrano contare più del previsto.

Quand'è che un gesto ricorrente diventa una ripetizione intenzionale?
Mentre cuciamo in modo improv, molte azioni sono ripetute tenendo un certo ritmo.
Questo ritmo può diventare visibile nel lavoro finale!

A volte mi domando se sia possibile tenere un ritmo uniforme per lungo tempo.

Non mi dispiacerebbe cucire un intero top senza interrompermi mai... come se fossi in una scena teatrale che rispetta i canoni aristotelici: unità di luogo, tempo, azione. Nella realtà, invece, un progetto può essere rallentato da interruzioni inattese. Le nostre idee, nel frattempo, si trasformano... e mentre siamo distratti, qualche elemento dispettoso potrebbe sgusciare all’interno del lavoro, e cambiare il modo con cui stiamo disegnando.
Una volta mi è successo: stavo cucendo il quilt che poi ho intitolato “Diga”, un lavoro lungo e inframmezzato da altri, e intanto i mesi passavano... All’inizio lasciavo che le cuciture andassero storte liberamente, seguendo la forma dei frammenti che avevo. Un bel giorno, chissà perchè, ho deciso di cominciare a rifilare i bordi. E di rendere più lineari le tessere. Ecco: da quel momento in poi, tutta la composizione ha preso una nuova direzione.

Tra poco inizierò a cucire il lavoro dedicato al gioco #blueimprovrepetition . Riuscirò a ripetere la forma che avrò scelto con la costanza giusta? Intanto, posso prendere spunto da chi ha già cominciato a giocare con noi, e sta condividendo il proprio lavoro in corso. Sono quilter che si trovano nei luoghi più diversi! In Australia, in Cile, negli Stati Uniti e in Russia, persino oltre il circolo polare artico!
Sarà comoda la luce, per cucire, lassù?

Prima di lanciare la nostra nuova challenge come Quilt Improv Studio, abbiamo fatto un sondaggio tra i quilter interessati per decidere se utilizzare un’unica forma o più forme nel nostro blue improv repetition ed il risultato è stato:

UNA!

Quindi ogni partecipante dovrà decidere quale delle possibili forme piane esistenti utilizzare per il proprio lavoro.

FORMA

Da allora sto riflettendo sul significato da attribuire alla parola forma.

La prima risposta ci riporta alla geometria dell’infanzia: forme primarie sono il rettangolo, il quadrato, il triangolo, il cerchio; si ritrovano in tanti giochi dei bimbi: forme da inserire nei buchi appositi, forme da utilizzare per suonare semplici strumenti, forme associate ai colori… e sempre sono triangoli equilateri, quadrati, cerchi, stelle nei giochi di incastro. Nei giochi dei bambini non si distinguono le figure piane dalle tridimensionali: il quadrato da inserire nell’apposito spazio è in realtà un cubo, il cerchio una sfera. Gli adulti che li affiancano insegnano le parole per distinguerle, così il loro universo è contraddistinto da cerchi/sfere/palle che rotolano, quadrati/cubi che si sovrappongono, triangoli e stelle che vagano colorati e felici sul tappeto da gioco.

Poi si cresce e si va a scuola e la geometria ci insegna che le “forme” sono molte di più, che si classificano in base al numero di lati, di angoli… i nomi diventano complessi e se non usati si dimenticano… quanti ricordano cosa è un icosaedro o un dodecaedro (le gemme dei sette nani) o un rombo irregolare (l’aquilone)? Altre forme le riconosciamo nel mondo che ci circonda: simboli grafici che identifichiamo in modo uguale tutti quanti: numeri, segni dell’alfabeto, caratteri universalmente utilizzati (#@&%$!)... da confondersi... viviamo in un universo di forme!

Tornando a noi, oggi dobbiamo scegliere una FORMA, da ripetere nel nostro quilt! Quale scegliere?

Da giorni ci penso… cerco la forma “magica” che mi permetta di tradurre l’idea che vorrei esprimere. Dapprima ho scelto la mia palette e, guardando le mie stoffe riunite, ho immaginato un tema… ve lo racconto, anche se potrà cambiare in corso d’opera. Ho immaginato un mare creato come sfondo con le mie stoffe, onde morbide in cui si muovono placidi pesci di varie dimensioni… un mare tropicale in cui i blu trasmettono energia e calma… pesci guizzanti lunghi, paffuti, piccoli e grandi… (capita anche a voi di sognare ad occhi aperti?)... 

E a questo punto arriva la domanda: la mia forma quale sarà?

Un pesce? Ma un pesce può essere considerato una forma? Beh… si può semplificare: un rombo irregolare può sembrare un pesce! Un poligono con sette lati lo rappresenta bene! Curvilineo sarebbe perfetto ma… chi me lo cuce poi?

Tra un'idea e un’altra, punto fermo è la consapevolezza che dovrò poi tradurre il tutto in pezzi di stoffa da assemblare… cosa fare? Alla fine ho deciso: la mia forma sarà un quadrilatero irregolare. Lineare o curvilineo. Non faccio la difficile… sono stata per tutta la vita un’insegnante di matematica, quindi in pratica: figure formate da quattro lati! Quattro lati… un’unica condizione, infinite possibilità di ripetizione e di deformazione, perfetti per un improv!!

Adesso ho tutto: stoffe, forma, visione d’insieme… ho finito? Certo che no: adesso devo tradurre tutte queste fantasie in qualcosa… ma siamo improv! Magari alla fine invece di un mare pieno di pesci farò un cielo popolato di aquiloni!!

Vedremo… seguite  #blueimprovrepetition  e lo scoprirete!

Qualche settimana fa mia madre è venuta a farmi visita, e ha passato un po’ di tempo a girare per la casa. Deve aver esaminato i quilt che tengo appesi alle pareti, perchè alla fine se n’è uscita così: “Fai troppi quilt di colore blu!”.

Uno dei miei primi quilt era nato dalla cucitura di striscie quasi interamente blu. Mentre provavo la disposizione dei blocchi, su un tavolo ingombro di pezze celesti, la composizione finale è emersa quasi per caso: i solidi hanno conquistato tutto lo sfondo. In un quilt dalle tinte uniformi non sembra che ci siano soggetti diversi, ma piuttosto movimenti interni alla stessa figura. Il Kona “Pool” stava quasi per dare il nome alle increspature sulla piscina. Alla fine ho scelto il titolo “acqua”, ed il quilt è stato popolato da una quiltatura di creature marine.

I miei occhi si posano spesso sugli azzurri.
Vivo in una città di mare.
Amo pedalare lungo i fiumi.
Assegno spesso nomi acquatici ai miei quilt: “Laguna”, “Bagnasciuga”, “Fontana”, “Nautilus”, “Stagno”, “Barcolana” (è il nome di una regata velica), “Guado”, “Diga”.
E non sono l’unica a farlo! Anche mio figlio, quando ha visto il profondo blu di questo quilt, mi ha proposto di chiamarlo “Barche”. È incredibile come una lieve curvatura sul lato di un triangolo riesca a trasformarlo in una vela mossa dal vento. 

A quanto pare, la combinazione di certi colori e certe forme riesce già ad essere evocativa. Devo ricordarmene, quando scelgo quale forma utilizzare nel nostro prossimo gioco improv! In un mio lavoro precedente, dove avevo cucito pezze ondulate insieme ad un po’ di turchesi, questo abbinamento era bastato per farmi venire in mente il titolo del quilt, che ora si chiama “Maree”.

Oggi ho tirato fuori tutte le mie stoffe nelle gradazioni del blu. Ho scoperto che nella mia collezione c’erano delle “doppie”... Ci credo, quando vado nel mio negozio di stoffe preferito, è difficile per me uscire senza aver fatto un po’ di scorta di celesti, pur sapendo che potrei averli già: tanto non ho dubbi che prima o poi li utilizzerò. Ecco la mia raccolta (senza le doppie).

Siamo tutte impegnate nei preparativi: Carla ha ritrovato i fat quarter blu che aveva acquistato in Nuova Zelanda; Giovanna sta valutando quale forma utilizzare; io sto aggiungendo dei colori contrastanti che bilancino la serie di blu che occupa la mia scrivania. E voi? Come state scegliendo il materiale di partenza per partecipare al gioco  #blueimprovrepetition

Come forse già sapete, uno degli obiettivi che ci siamo poste con il progetto Quilt Improv Studio è quello di migliorare le nostre capacità tecniche o abilità per creare uno stile personale, farlo divertendosi, cercare di conoscere e riunire quilters che abbiano interesse e che vogliano condividere l’esperienza con altri. Durante una delle nostre videochiamate abbiamo cominciato a parlare di “forma e ripetizione” (Paola ama già usare le ripetizioni nei suoi quilt, Carla invece ha scritto un articolo sulla magia delle forme che cambiano continuamente nei caleidoscopi). Da qui è partita l’idea per il nostro secondo gioco. Perchè non giocare con le forme? Ruotandole, ingrandendole, rimpicciolendole o trattandole in qualunque altro modo vi venga in mente? La ripetizione è uno degli elementi di design, ricorrente in molte forme d’arte, nella fotografia e anche nel patchwork, sia tradizionale che moderno. Serve a dare un ritmo ed è un modo per creare unità. Come la potremo usare nell’improv? Le possibilità per esprimere la propria creatività sono infinite e speriamo che anche questa volta vogliate giocare con noi (o inizierete a farlo!).

Ora che vi abbiamo anticipato quale sarà il tema del nuovo gioco: “Improv repetition” potete iniziare a pensarci; dal primo ottobre vi proporremo dei sondaggi su instagram per decidere insieme altri aspetti del gioco (sì, ci piace rendervi partecipi).
Quindi… tenete d’occhio le “storie” di @quiltimprovstudio e rispondete alle domande che vi proporremo nei sondaggi dall'1 ottobre!  

Le regole sono poche. Una volta finiti i sondaggi, le troverete nel nostro sito. Sappiate già che quello che piace a noi (ed è anche stato apprezzato dalle precedenti partecipanti) è la condivisione delle foto in fase di lavorazione, magari corredata da qualche frase attinente il processo creativo. Il tutto, ovviamente, si potrà fare sempre seguendo i propri ritmi pubblicando dei post contenenti le foto senza date fisse.

Curiosità, studio e ricerca sono alla base dell’ampliamento delle conoscenze, così abbiamo iniziato a raccogliere informazioni dal web sull’argomento. Abbiamo trovato degli articoli interessanti e abbiamo piacere di condividerli con voi. Potete anche cercare informazioni su libri, riviste o altre fonti abbiate a disposizione e se volete condividetele con noi.

E poi… pronte a giocare!

link: visual communicaton design-principle-of-repetition-pattern

link: the quilt show-design-to-quilt-principles-of-design-pattern-repetition week 35

link: the quilt show-design-to-quilt-principles-of-design-pattern-repetition-week-36  

link: Sherri Lynn Wood blog-Repetition, Improv, and Trance Quilt Making 

Il nostro primo gioco Orange Summer Improv finirà tra pochi giorni. E’ il momento giusto per fare alcune considerazioni su questa avventura prima di iniziarne un’altra. 

 

In aprile, in pieno lockdown, abbiamo iniziato a parlare fra di noi di fare un quilt basato sul colore e di pubblicarne le immagini su Instagram. Abbiamo poi deciso che sarebbe stato bello aprirlo a chiunque volesse partecipare e con grande gioia e sorpresa abbiamo avuto l’adesione da parte di quilters di molte parti del mondo.  

Molte di loro hanno espresso il loro entusiasmo tra commenti e messaggi per questa iniziativa vissuta in un periodo di isolamento che riguardava tutti. Crediamo che le nostre nuove amiche quilters abbiano apprezzato questo aspetto sociale e la possibilità di focalizzare la mente su un progetto personale da iniziare e perseguire, e ciò ci ha rese ulteriormente felici.

Grazie a chi ha voluto provare per la prima volta a fare improv (e sono molte), a chi ha creato un account Instagram appositamente, a chi ci ha seguite solo guardando e a tutti coloro che, con un po’ di gusto per l'avventura, hanno accettato questa sfida! Visto l’interesse dimostrato per il gioco e per perseguire il nostro intento di condivisione, abbiamo deciso di proporre alcune domande alle partecipanti che ad inizio settembre avevano già finito il loro mini quilt, le abbiamo raccolte e ve le proponiamo qui di seguito.

Ecco le impressioni di chi si è avvicinata all’ improv per la prima volta.

La brasiliana Adriana Pereira @drikartesatelie ci ha raccontato come è stato il suo inizio: “Ho cercato i miei tessuti arancioni tinti a mano e altri tessuti commerciali, per costruire la palette. Dopodiché, ho passato circa 15 giorni a guardare quei bellissimi tessuti e a pensare: rovinerò i tessuti perché non ne uscirà nulla!!! Ma ho pensato: se non inizio, non saprò mai se ce la farò: avevo davvero paura! Confesso che il primo taglio e le prime cuciture sono nella mia scatola patchwork, ma poi mi sono ritrovata piena di tante idee e piccoli blocchi cuciti, ed era difficile scegliere cosa usare nel gioco. Quando ho iniziato a mettere i blocchi sul muro, scegliendo la posizione e scattando le foto, c'erano tante soluzioni possibili: per i matematici, una progressione pressoché infinita!!!! Nell'agosto 2020 ho terminato il mio quilt estivo arancione. Una esperienza meravigliosa e arricchente con il modern improv patchwork."
Marta Vázquez Urbez @vazquezurbez, una ragazza spagnola che vive in Oman, ci ha detto che: “è stata una opportunità incredibile per provare qualcosa di nuovo. Sono sicura che userò questa tecnica anche nei prossimi lavori”.
Bagarus Magdi @bagarusmag dall’Ungheria ha risposto: “È stato bello giocare insieme, mi è piaciuta la libertà illimitata dell’improv, e la possibilità di imparare dal gruppo. Ho dipinto i materiali, ho pianificato il tema che avrei scelto per i colori, ho guardato i quilt provenienti da diverse nazioni e ho realizzato il mio primo improv quilt.

Abbiamo creato questo gioco di improvvisazione online come reazione positiva al periodo di "distanziamento"obbligatorio e siamo liete di sentire che questo approccio è stato apprezzato:

María Paz Avalos @sakura.quilting dal Cile ha detto: “Nel mio caso, la maggior parte delle volte, il patchwork e il quilt sono attività molto solitarie. Ma in occasioni come questa sfida, mi sono sentita parte di un gruppo. Avevo bisogno di questa sensazione a causa della situazione mondiale; la quarantena e le altre restrizioni hanno imposto una distanza severa, ma la nostra arte ci ha fatto stare vicini. Penso che i quilters che hanno partecipato alla sfida fossero tutti motivati e si siano sentiti i benvenuti. La comunità è stata calorosa e positiva".
Secondo Brigitte Rossetti @patchbri dalla Svizzera, "è stata una bellissima esperienza fare qualcosa insieme a persone che non conosci. Mi piacciono le sfide. È stato anche un buon modo per trascorrere del tempo durante questa pandemia!"

Il aspetto internazionale e sociale dell'esperienza è emerso dai commenti di molte quilters:

Melanie Rudy @melanie_rudy_art dal Canada ha scritto: “È stato fantastico entrare in contatto con tutti i meravigliosi partecipanti da tutto il mondo. Mi sono unita al gruppo pensando che fosse un'organizzazione locale del Canada e invece proveniva dall'Italia. Che sorpresa! Questa esperienza aveva a che fare con la creazione di amicizie adorabili. I partecipanti erano così talentuosi e interessati al lavoro degli altri".

Per Carolyn McKibbin @quiltygardener dagli Stati Uniti, “sembrava un gruppo divertente e informale di quilters con menti aperte. Disposti ad essere vulnerabili, ad accettare feedback e ad offrire feedback costruttivi. Tutti i partecipanti hanno una passione per l'improv e stili personali molto diversi. Mi sono piaciute le foto di avanzamento dei lavori a partire dalla scelta delle stoffe. In questo modo ho potuto vedere davvero come ogni quilter ha affinato un'idea e ha apportato modifiche. Era come seguire un corso di improv! La dimensione contenuta del quilt significava che era qualcosa che avrei potuto completare in una settimana o due, senza un grande impegno a lungo termine. Amo anche il colore arancione, così come gli italiani in generale."

Chiara Cingano @therollingcat afferma: “di solito non partecipo a sfide, Quilt Along o altre cose del genere, un po’ per problemi di tempo e un po’ perché preferisco lavorare ai miei progetti. Questa volta però era diverso: poche regole e chiare = un sacco di LIBERTA'! ”

Tutti hanno usato gli stessi colori, tuttavia, @vazquezurbez  ha notato che “anche se la tavolozza era solo di arancioni, i lavori finali erano così diversi!!! La parte migliore è stata vedere come le altre persone lavorano e creano i loro quilt. Questa esperienza è stata molto utile per incontrare altri quilters, e in particolare per condividerla con mia madre Maribel  @mariurbezg, che si è unita al gioco dalla Spagna, nonostante la distanza tra noi due!" (madre e figlia hanno preparato questi commenti assieme).

Le risposte delle partecipanti in merito ai loro sforzi e difficoltà, forniscono suggerimenti che possono essere utili per tutti noi:

@melanie_rudy_art ha suggerito, in caso di difficoltà, di "continuare a provare. Usa un buon ferro da stiro. Usa l'amido chiamato Flatter quando le cose sembrano fuori posto. Prenditi una pausa per un giorno o due e al secondo sguardo di solito non vedi più il problema. Ricorda che ci sarà un altro strato di trapuntatura da aggiungere alla stoffa. Buon divertimento!"

Andrea @morphea80 dalla Germania ha fatto una osservazione sui vincoli: “Ho particolarmente apprezzato l'opportunità di lavorare seguendo il mio ritmo. Mi è piaciuto anche il fatto che ci fossero solo poche specifiche come il tema del colore e le dimensioni. Non ci sono state difficoltà durante l'improvvisazione, perché credo che l'improvvisazione sia un parco giochi senza regole oltre a quelle che mi invento io. In questo modo sono libera di andare ovunque le difficoltà mi porteranno."

@patchbri ritiene che "non è difficile, quando aggiungi un pezzo dopo l'altro. Se il risultato sembra troppo strano, puoi comunque correggerlo!"

Enza Pizzolotto @pizzolottoenza dall'Italia utilizza la seguente strategia per trovare aggiustamenti: “quando trovo delle difficoltà, oppure non mi piace il lavoro che ho fatto, stacco e faccio altre cose; poi riprendo un altro giorno. A volte mi alzo di notte per vedere cosa posso aggiungere oppure togliere.” 

Perché non chiedere un punto di vista diverso? @sakura.quilting ha scritto: “Mio marito è un ingegnere, ma ha una visione artistica moderna che condivido. A volte chiedo la sua opinione su un progetto. Spesso i suoi suggerimenti fanno parte della soluzione di cui avevo bisogno."

@marialuisama fa così: “faccio una foto al progetto, mi prendo un caffè' e penso... torno sul progetto e faccio i vari spostamenti finché non trovo la sequenza che il caffè mi ha suggerito.”

Quando @barthelregina trova delle difficoltà, cerca di “trovare un altro modo per affrontarle. Il bello dell'improvvisazione è che nessuno sa cosa volevo fare e cosa ho deciso di cambiare.”

In ultima battuta abbiamo chiesto loro cosa pensano di aver imparato:

@vazquezurbez ci ha detto: “non sono sicura di poter condividere una lezione da questo gioco, ma da principiante nel processo dell’improv credo che a volte penso troppo a quello che sto facendo… la prossima volta cercherò di pensare meno e tagliare di più. Sentiti libero!”

@therollingcat ha descritto la seguente esperienza: “Dovevo essere molto disciplinata: ho imparato che era fondamentale stirare ogni singola cucitura, soprattutto quelle molto strette. Mi piace abbastanza il risultato. È diverso da tutto ciò che ho fatto finora. È proprio lì sul muro davanti al mio computer. Quindi, quando alzo lo sguardo, lo vedo e torno a una strana estate in cui ho accettato una sfida... e sono sopravvissuta per raccontare la storia!"

@pizzolottoenza ha sottolineato che "qualcosa di nuovo si impara sempre guardando i lavori degli altri, sia che ti piacciano oppure no.”

Le ultime parole, da @quiltygardener. “Va bene essere vulnerabili. Puoi non essere veramente sicuro se ti piace il tuo lavoro, ma condividilo comunque pubblicamente. Abbi fiducia, mantieni la tua visione e portala avanti, ma sii aperto a fare aggiustamenti improv lungo la strada".

Grazie al feedback dei partecipanti, abbiamo avuto conferma che una passione comune (nel nostro caso l’improv) fa nascere e sviluppare idee, unisce al di là della lingua, del paese di provenienza e delle distanze, e che la tecnologia e il web sono essenziali per varcare i confini. 

Le immagini di questa pagina rappresentano una piccola anteprima di tutto il lavoro svolto. Vi invitiamo a guardare la gallery di tutti i mini quilt Orange Summer Challenge al seguente link: @quiltimprovstudio, dove troverete informazioni complete e altri commenti degli autori. 

Ulteriori quilt Orange dei partecipanti che devono ancora completare il loro lavoro, continueranno a essere pubblicati nella galleria @quiltimprovstudio fino all'inizio della nuova proposta (in preparazione per il prossimo mese). Perché, come ci ha detto @therollingcat : "Signore, sono pronta per il prossimo gioco!!!” 

Grazie per essere state con noi, quilters avventurose per progetti avventurosi!